Aprile 26, 2024

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“Ouistreham” Juliette Binoche nei panni della donna delle pulizie

Nel 2010 la giornalista francese Florence Aubenas pubblica “Le Quai de Ouistreham”, frutto di un’indagine: da diversi mesi fantastica su se stessa come donna delle pulizie e condivide la vita quotidiana di questi “prodotti per la pulizia” nel porto della Normandia . .

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per anni, Giulietta Binoche Ha cercato di convincere Aubenas ad accettare di mettere questa storia sullo schermo. Il giornalista ha accettato e ha proposto di essere un romanziere Emanuele Carrier Chi fa questo film?

Maggiori informazioni sul libro di Florence Obenas

Nell’adattamento che ha scritto con Hélène Devynck, Carrère ha fatto del protagonista non più un giornalista, ma Il famoso romanziere parigino, Marian Winkler, interpretata da Juliette Binoche. A Ouistreham, Marianne è arrivata in questa piccola città della Normandia, dove traghetti giganti si dirigono verso il porto di Portsmouth. Sono stato in grado di trovare lavoro in una squadra di donne delle pulizie che hanno, in totale, un’ora e mezza – tempo morto – per pulire il traghetto da cima a fondo. viso I fatti di un lavoro duro e instabile e di scarso valore ; scoprire un mondoinvisibileMa quanto può durare l’acrobazia di Marianne?

Il libro di Obenas è La delicata storia dell’immersione nella società. Nel film, Carrier immagina Marianne fare amicizia con Christelle, una giovane madre che lotta per sbarcare il lunario… e pone la domanda giusta: come resisterà questa amicizia alla menzogna di Marianne?

Perché, in effetti, l’approccio a questo taccuino può essere apprezzato in modo diverso: o lo si considera dà una visione A coloro che chiamiamo “l’invisibile”, o apprezziamo che “Fai il povero quando sei ricco“Un processo moralmente discutibile. Per Binoche è chiaramente la prima scelta che domina, il che spiega perché dà corpo e anima al progetto. Per Carrère, lascia lo spettatore solo a giudicare, e c’ è il grande vantaggio del suo film – ben spiegato da Binoche e da attrici poco professionali, tra cui molte vere governanti, aggiungendo Incredibile originalità In “Ouistreham”.

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Arrivederci, signor Haveman

1941. Il signor Haveman (Daniel Otwell), un orafo ebreo stabilito a Parigi, che vide lo strangolamento dei nazisti stressare lui e la sua famiglia. Manda moglie e figli in asilo in provincia, e decide di cedere, durante la guerra, bottega e appartamenti al suo operaio, François Mercier (gel da lavare). Affare. Quindi ecco Mercier e sua moglie Blanche (Sara Gerudo), un’umile coppia, si trasferisce negli appartamenti dell’ex presidente fuggito… Ma subito dopo l’insediamento, il Mercier vede con stupore il ritorno del signor Haveman, che non è riuscito ad entrare nella zona franca. C’è solo una soluzione: nascondere il gioielliere nel suo caveau. La situazione si complica quando Mercier va a fare affari con un ufficiale tedesco.

Nell’originale, “Adieu Mr Haffmann” è Un’opera teatrale di Jean-Philippe Daguerre, che è stato un grande successo di pubblico e quattro molière nel 2018. E non c’è da meravigliarsi se il cinema ne è ossessionato: è Ottima sceneggiaturaUn vero brivido psicologico in cui si invertono i rapporti di potere tra padrone e servo, riflesso di nozioni di coraggio e integrità…

Fred Cavi – che ha già adattato una sceneggiatura italiana, “The Game” – firma un film strumentale, che ben recita dietro porte chiuse Divisa in tre spazi (seminterrato, negozio, appartamento) senza “ventilare” costantemente la stanza con esterni inutili. Daniel Auteuil ha trovato il suo miglior ruolo da… da quando, davvero? E Gilles Lelouch interpreta bene questo personaggio francese medio, combattuto tra ambizione e paura. Quanto a Sarah Giroudeau (rivelata dall’ottima serie “Office of Legends”), porta la necessaria sensibilità al suo personaggio. “Goodbye, Mr. Haffman”, non è un grande cinema composto, ma lo è È un buon cinema francese. Non male.

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Lingui, legami sacri

Alla periferia di N’Djamena, in Ciad, Amina, una madre single, si guadagna da vivere vendendo alcuni oggetti di artigianato. Il suo fragile equilibrio va in pezzi quando scopre che la sua unica figlia quindicenne, Maria, è rimasta incinta e si rifiuta di tenere il bambino, così come non vuole rivelare chi è il padre. Per Amina, inizia viaggio doloroso In un paese dove l’aborto è illegale e dove la sua immagine di madre single lo ha già portato via dalla sua famiglia…

Attraverso questo Relazione madre e figlia, il regista Mohamed Saleh Haroun (autore di “Un homme qui crie”, premiato a Cannes) hollow Un’immagine della situazione delle donne in CiadÈ soffocato dalla cultura patriarcale e dai dettami religiosi. Il suo film è abbastanza lineare, a volte un po’ illustrativo, ma ha il vantaggio di una descrizione accurata Un fatto che è stato un po’ esplorato dai media europei.

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