Maggio 2, 2024

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Attività criminali: il Lussemburgo è coinvolto nella “più grande frode IVA europea”

Attività criminali: il Lussemburgo è coinvolto nella “più grande frode IVA europea”

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attività criminaliLussemburgo implicato nella “più grande frode IVA europea”

LUSSEMBURGO/MONDO – Perquisizioni sono avvenute martedì in diversi Paesi, nell’ambito di un’inchiesta per frode Iva sulla vendita di dispositivi elettronici. Tutto è iniziato con una losca compagnia in Portogallo.

La Procura europea responsabile delle indagini ha reso noto che martedì sono state effettuate perquisizioni in 14 Paesi europei nell’ambito di un’indagine per frode transfrontaliera dell’Iva sulla vendita di dispositivi elettronici, con una perdita stimata di 2,2 miliardi di euro. Si ritiene che più di 600 persone siano coinvolte in quella che Laura Covesi della Procura europea ha descritto come “la più grande frode IVA europea scoperta fino ad oggi” per scala.

I 27 paesi dell’UE, esclusa la Danimarca, sono interessati da queste “attività criminali”. L’inchiesta, iniziata diciotto mesi fa, sta avendo ramificazioni fuori dall’Unione Europea, in Albania, Cina, Mauritius, Serbia, Singapore, Svizzera, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti. Questa operazione, denominata “Admiral”, è partita dalle indagini condotte dalle autorità fiscali portoghesi a Coimbra (al centro) nell’aprile 2021 su una società che vende telefoni cellulari, tablet, cuffie e altri dispositivi elettronici, sospettata di coinvolgimento in frode IVA.

Una società sospetta in Portogallo

Il caso è stato segnalato alla Procura europea quando si è insediata in Lussemburgo nel giugno 2021. Gli investigatori, con il supporto di Europol, hanno gradualmente stabilito collegamenti tra la società sospetta in Portogallo e quasi 9.000 altre entità in diversi paesi. Questa catena comprendeva società che operavano come fornitori di apparecchiature elettroniche e altri che vendevano questi dispositivi online chiedendo il rimborso dell’IVA alle autorità nazionali, prima che tali entrate venissero dirottate all’estero e scomparissero.

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La presunta frode IVA “rotonda” costa all’UE quasi 50 miliardi di euro all’anno, secondo le stime di Europol. Includono molte società costituite in almeno due Stati membri dell’UE. Consiste nell’ottenere una detrazione o il pagamento dell’IVA relativa alla cessione di beni all’interno della comunità quando l’IVA non è stata pagata all’erario interessato.

Le ricerche sono state condotte in Belgio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovacchia e Spagna. Precedenti perquisizioni sono state condotte il 12 e 13 ottobre in Repubblica Ceca, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Slovacchia e Svezia.

“Una chiara dichiarazione di merito di una Procura transnazionale”

La Dott.ssa Covesi ha sottolineato che questo processo è “una chiara dimostrazione dei meriti della Procura transnazionale”. L’EPPO, che comprende 22 dei 27 Stati membri dell’UE, è competente per le frodi ai danni del bilancio dell’Unione.

Nel 2008-2009, una massiccia frode IVA nel mercato dell’anidride carbonica è costata alle autorità fiscali francesi 1,6 miliardi di euro, secondo la Corte dei conti, e quasi 5 miliardi di euro a livello europeo, secondo Europol.

(Francia Agenzia di stampa)