Maggio 13, 2024

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Ziad Madoukh, insegnante palestinese: “Gaza non è più Gaza: restano solo macerie”.

Ziad Madoukh, insegnante palestinese: “Gaza non è più Gaza: restano solo macerie”.

“I palestinesi di Gaza sono tutti sotto shock dopo 48 giorni di distruzione, bombardamenti, massacri e genocidio. Si rendono conto che Gaza non è più Gaza. Gaza, la mia città natale, non è più Gaza. Tutto ciò che rimane è la devastazione, le enormi rovine .” Devastazione.”

La voce che ci invia questo messaggio audio è Ziad Madoukh, un insegnante di francese a Gaza. Dietro la sua voce sentiamo costantemente i suoni dei droni israeliani che sorvolano la zona.

“Miracolosamente sono ancora vivo.”

Questo palestinese di Gaza è seguito sui social media da una fedele comunità di francofoni. Erano preoccupati per il suo silenzio durato due settimane, al culmine dell’attacco israeliano. Ha scelto di restare nella sua casa a Gaza City, che è stata bombardata e invasa.

Il 27 ottobre ha pubblicato questo messaggio: “Sono ancora vivo per miracolo. Sono sotto shock. Ho vissuto due settimane terribili con giorni e notti terribili. I carri armati israeliani hanno distrutto il mio quartiere. Ho visto la morte mille volte al giorno.”

Speranza in un cessate il fuoco

Ziad Madoukh ci invia oggi questo messaggio per spiegarci la vita della popolazione di Gaza durante questa tregua. Soprattutto, la loro speranza è che si trasformi in un cessate il fuoco permanente.

“La cosa più importante è fermare questo attacco una volta per tutte. Questo è il desiderio di tutti i palestinesi di Gaza. Rimangono preoccupati finché il cessate il fuoco non sarà definitivo e tutto non sarà finito. Stanno aspettando il domani per vedere. Ci sarà una tregua?” Si estenderà o l’esercito di occupazione continuerà i suoi attacchi contro i civili?”

Periodo di riposo molto breve

“I residenti si sentono sollevati dopo questi cinque giorni di tregua”.Ziad Madoukh lo ammette, anche se la pausa sembra troppo breve per approfittarne davvero. La situazione è terribile. La gente è triste e disperata. I 400.000 palestinesi che hanno deciso, come me, di restare nel nord e di non andarsene, vivono una situazione tragica”.