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Un artista ed ex ministro è stato condannato al carcere per aver criticato l’attacco all’Ucraina mondo

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Un artista ed ex ministro è stato condannato al carcere per aver criticato l’attacco all’Ucraina  mondo

RussiaIn una serie di sentenze che mettono in luce il clima repressivo in Russia, due personaggi pubblici, un artista e un dissidente politico, sono stati duramente condannati per aver criticato l’offensiva militare del Paese in Ucraina.


Lenny Houtman con Belga


Ultimo aggiornamento:
15:13


fonte:
belga

A San Pietroburgo l’artista Alexandra Skochelenko è stata condannata giovedì a sette anni di carcere. Il suo crimine? Dopo che i cartellini dei prezzi dei supermercati sono stati sostituiti con messaggi di denuncia dell’attacco in Ucraina. Il giudice Oksana Demyacheva ha emesso una condanna a “sette anni di prigione”, tra le grida di “vergogna” ed “esecuzione” dei sostenitori dell’artista presenti alla sessione.

Allo stesso tempo, l’esponente dell’opposizione russa in esilio, Vladimir Milov, è stato condannato in contumacia a otto anni di carcere a Mosca. Milov, ex sostenitore della figura dell’opposizione incarcerata Alexei Navalny e conduttore di un popolare canale YouTube, è stato dichiarato colpevole dal tribunale Basmanny di Mosca di “aver diffuso pubblicamente false informazioni sulle forze armate russe”. La sua condanna fa seguito alle accuse contro l’esercito russo di crimini commessi in Ucraina, un caso severamente vietato in Russia.


Repressione

Queste condanne si inseriscono in un contesto in cui la Russia, a partire dall’attacco all’Ucraina del 24 febbraio 2022, ha introdotto una serie di leggi che reprimono ciò che considera la diffusione di “false informazioni” che diffamano l’esercito russo. Queste leggi hanno portato alla persecuzione di migliaia di russi, sconosciuti o dissidenti, spingendo molti altri a lasciare il Paese.

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In Russia, mettere in discussione l’attacco contro l’Ucraina o discutere degli abusi attribuiti all’esercito russo è ormai un atto punibile con severe ritorsioni. Il caso di Skochilenko è emblematico di questa repressione, così come quello di Milov, che è stato processato per aver menzionato episodi come il massacro di civili a Bucha, che Mosca definisce “orchestrato”.

In un caso correlato, anche il rapper russo Morgenstern ha dovuto affrontare la giustizia, ricevendo una multa di 40.000 rubli (circa 415 euro) per aver violato le norme relative al suo status di “agente straniero”. Questa legge impone severe restrizioni amministrative e finanziarie e ripetute violazioni possono comportare la reclusione.

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