Aprile 25, 2024

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Più simile al carbone che alla caffettiera italiana, dice “La Republica”.

Chi ama il caffè avrà le sue piccole preferenze: nero o dolce, corto o lungo, arabica o robusta. La tazza di caffeina è elevata come partner al risveglio, il partner perfetto per partecipare a un incontro professionale o amichevole, la digestione perfetta per finire un pasto e un compagno nei nostri piani di viaggio. Pilastro della cultura del paese e di fama internazionale, questo compagno è l’italiano più amato, sia esso ristretto, espresso, lungo, cappuccino o latte. Ma “È davvero il migliore del mondo?” chiede Repubblica Nel testo contrassegnato Posta internazionale. La risposta è “no” e il quotidiano italiano scivola velocemente tra i primi e le parentesi della sua sezione concept.

Profumi originali

Questo “malinteso gastronomico”, come lo chiama lui, sarebbe basato soprattutto su “malafede”, “retorica superficiale”, “sciovinismo goffo” e “forme passivo-aggressive”. Si dice che il caffè italiano sia “il più povero di tutto l’occidente”. Il giornale non riduce le parole. E ha argomenti per causare la sua insoddisfazione per questa truffa culinaria.

Si dice che la qualità del caffè consumato principalmente in Italia sia bassa. Certo, guarda i chicchi di caffè usati nei negozi attraverso la parte esposta della macchina, consiglia l’autore. “Sono neri. Devono essere marroni.” Segno di una frittura scandalosa. Ma acquistando chicchi “cattivi” “acerbi” a basso prezzo, si garantisce ai torrefattori dei bordi convenienti che possono essere offerti agli acquirenti a un “prezzo bassissimo”.

Per saperne di più: Caffè, mercato perenne

“Crediamo fermamente che il nostro espresso sia buono e che i bevitori di caffè in Francia, Germania o Regno Unito siano soddisfatti delle zuppe non bevibili”, ha continuato. Repubblica. Tuttavia, secondo l’autore, i palazzi degli italiani sono soliti gustare una bevanda al gusto di carbone. Tanto che i gusti originali del caffè sarebbero stati dimenticati. Ricorda loro ogni giorno: come “frutta rossa schiacciata”, emettono un “profumo di agrumi” che a volte viene fornito con “spezie fermentate con vino”.

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La nostalgia che pervade quest’area dell’opinione non è finita. Perché perché il caffè riacquisti il ​​suo aroma, gli italiani devono accettare di pagare più di un euro per il loro caffè. “Sfruttamento” e “garantire miseria in tutto il settore, dall’orto al bar, il personale è spesso sottopagato e assunto in nero”, rimarcano quotidianamente, facendo saltare un corridoio nei tanto amati fondi di caffè dagli italiani.