Maggio 5, 2024

Laredazione.eu

Trova tutti gli ultimi articoli e guarda programmi TV, servizi e podcast relativi all'Italia

La tua privacy è ben protetta nell’era dell’intelligenza artificiale?

La tua privacy è ben protetta nell’era dell’intelligenza artificiale?

In un contesto in cui l’intelligenza artificiale come ChatGPT sta guadagnando popolarità, l’Europa sta valutando la possibilità di rafforzare il regolamento generale sulla protezione dei dati per regolamentare meglio l’uso dei dati personali. Questi sistemi di intelligenza artificiale, utilizzati in dispositivi connessi come orologi intelligenti e piattaforme online, possono accedere a informazioni sensibili, spesso senza che gli utenti ne siano completamente consapevoli. A fronte di questi rischi, l’Unione Europea propone misure normative volte a proteggere i dati personali e a informare gli utenti sull’uso delle loro informazioni da parte dell’intelligenza artificiale.

Questo interesserà anche te

[EN VIDÉO] Intervista: Come è nata l'intelligenza artificiale? L'intelligenza artificiale mira a imitare il funzionamento del cervello umano, o almeno la sua logica…

Mentre la Giornata europea dedicata alla protezione dei dati personali mira a sensibilizzare la popolazione affinché possa controllare i propri dati privati ​​su Internet, il loro futuro potrebbe assistere a una rivoluzione. È il momento del clamoroso arrivo di potenti intelligenze artificiali (AI), come ChatGPT. Se questi sistemi di intelligenza artificiale sapranno persuadere con le loro doti oratorie, saranno sempre più sfruttati anche per gestire i tanti dati personali che forniamo alle piattaforme, spesso senza nemmeno rendercene conto. L’intelligenza artificiale non è esente da rischi da questo punto di vista.

Per questo l’Europa vuole portare a termine il suo progetto Regolamento generale sulla protezione dei datiRegolamento generale sulla protezione dei dati (Regolamento generale sulla protezione dei dati). L’organizzazione prevede di aggiungere una serie di regole armonizzate sull’uso dell’intelligenza artificiale. C’è da dire che questa famosa intelligenza artificiale è ormai ovunque. Ce l'abbiamo PortaPorta Al polso giorno e notte attraverso orologi e braccialetti connessi in grado di raccogliere dati sanitari e anche di rilevare alcuni dati MalattieMalattie. Non sempre, però, i consumatori si rendono conto che porre domande personali, ad esempio di natura medica, a uno strumento di chat significa fornire alle aziende che gestiscono questa intelligenza artificiale informazioni sensibili che possono essere sfruttate per scopi commerciali. Questo non è l’unico interesse, perché l’intelligenza artificiale coinvolge molti attori, siano essi sviluppatore, fornitore, importatore, distributore o utente. Questo gruppo rimane alquanto opaco per il consumatore. Pertanto è difficile sapere chi ha effettivamente accesso ai dati personali e chi sarà responsabile in caso di problemi.

READ  Windows 11 e Widgets, Microsoft previo un affichage plein écran

Migliori informazioni sugli algoritmi di intelligenza artificiale

Con l’aumento dell’uso di questi sistemi di intelligenza artificiale, aumenta anche il rischio che i dati personali vengano divulgati o che si perda il controllo su di essi. Per questo motivo, a loro tutela, i consumatori dovrebbero conoscere la società che raccoglie i loro dati e la sua politica di trattamento di tali informazioni personali. Questo non è sempre facile da fare, anche se alcuni attori del settore sono più virtuosi di altri. Questo è particolarmente veromelamela Chi vuole difendere la riservatezza dei dati costringendo gli sviluppatori a farlorichiedererichiedere Per richiedere automaticamente il consenso alla raccolta dei dati, ad esempio.

Per tutelare meglio gli utenti, l’Unione Europea ha proposto tre testi: un quadro normativo sull’intelligenza artificiale, una direttiva sulla responsabilità in… TemaTema Intelligenza Artificiale, Direttiva sulla Responsabilità del Prodotto. Tra le sue normative aggiuntive, l’Unione Europea, ad esempio, vuole obbligare i giganti digitali e altre piattaforme social networkssocial networks Per informare meglio gli utenti sui loro algoritmi. Per obbligarli, il testo prevede sanzioni significative. Potrebbe variare dai 10 ai 30 milioni di euro o dal 2 al 4% del fatturato in caso di mancato rispetto di questi nuovi obblighi. L’organizzazione deve adottare questi testi abbastanza rapidamente prima che i sistemi di intelligenza artificiale si concedano maggiore libertà.