Aprile 25, 2024

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“Inflessibile”, “saturo”… l’intensa stampa francese con Emmanuel Macron il giorno dopo il suo intervento televisivo

“Inflessibile”, “saturo”… l’intensa stampa francese con Emmanuel Macron il giorno dopo il suo intervento televisivo

DottNei suoi panni, “rigido”, “saturo”: Emmanuel Macron non ha convinto la stampa francese, che lo accusa di giocare a “poker” mettendo “olio sul fuoco” alla vigilia della nona giornata di scioperi e mobilitazione di giovedì .

Il Great Booker ha titolato il quotidiano Liberation accusando il presidente di “gettare benzina sul fuoco” e di “rischiare un inasprimento della crisi” invece di “cercare la calma”.

In un editoriale intitolato “Piège”, Paul Coigneau si stupisce della “scelta di Macron di colpire i sindacati” mentre li “protende” sollevando la necessità di pensare alla fine di carriere lunghe e faticose. Carriere.

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Un modo di sparare “freddo e caldo che mostra bene quanto sia stretta la porta di uscita”, dice il signor Quineo a chi ha detto che “mostrava soprattutto che stava navigando oltre l’orizzonte”.

Per Aurore Chabaud, in Est Eclair, Monsieur Macron era “secco nei suoi panni, fedele a se stesso”, (…) con il potenziale per il suo degrado.

La stessa storia è in Le Républicain Lorrain, Alexandre Poblovsky, giudicando il presidente “stoico, dritto nei suoi stivali, imbevuto, affettato di ferma determinazione” e “in completo distacco dal clamore del popolo” pur essendo “inflessibile nel faccia della furia sociale che sta investendo il Paese”.

“Un modo divertente per allentare la tensione alla vigilia di una nuova giornata di mobilitazione”, sottolinea il direttore, che lo ritiene “una divertente scommessa sul suo futuro e su quello del Paese”.

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Più intensamente, Aleksandr Poplavsky lo accusa di “oscillare tra il disprezzo che trasuda, l’odio che genera e l’armonia che cerca nel suo nome”.

Ciò non sorprende, secondo Yves Theriard di Figaro, che rileva che “come previsto, il presidente ha fatto un vuoto. Come previsto, tra gli oppositori della riforma e il potere esecutivo, il confronto faccia a faccia continua. E, come previsto, la porta di uscita rimane, necessariamente, angusta.

Da parte sua, Christophe Lucet, in Sud-Ouest, lamenta che la Francia “non è fuori dagli schemi”. e il suo collega di Midi Libre, Olivier Biscay, a fare un’offerta, lamentando che tra il capo dello Stato e il popolo francese “si tratta di due visioni opposte, (…) inconciliabili, il male così profondo, l’impossibile accordo”.

Jean-Marc Chevucci della Courée Picard vuole provare nostalgia per il tempo in cui “la Francia incontrava presidenti immersi nell’ideologia ma pronti ad ascoltare il popolo”.

Per lui, Macron “non è uno statista”. “Se è così, in un modo o nell’altro, di fronte a un tale sfogo imminente, dà la parola alla gente per chiarire la situazione”.

Jerome Chapuys, a La Croix, vuole credere che Macron stia “scommettendo sul fiato corto” ma “al momento, all’alba di una nuova mobilitazione, è solo un pio desiderio”.

Il parigino, che aveva il titolo allo stesso tempo « Macron assume tutto », è preoccupato che abbia definito questo rischio è quello che ha detto «contribuisce al sentimento del croissant che il politico non ha favorito più di quanto ha scelto, e che ha votato no anche molte difficoltà”.

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