Eurostat ha affermato che dopo essere balzato del 15% nel 2021, il numero di metri quadrati che possono essere costruiti è diminuito del 5% nell’UE nel 2022. Il paese più colpito dal crollo è il Lussemburgo (-27,5%), davanti all’Austria (-24,1 %) ed Estonia (-21,9%), mentre la Spagna mostra un aumento impressionante (+41%). In rosso anche i nostri vicini belgi e tedeschi (rispettivamente -15,3% e -7,6%) mentre i permessi in Francia sono aumentati dell’1,8%.
Nel 2022 il Granducato ha autorizzato la costruzione di 1,3 milioni di metri quadrati, di cui 700.000 nel settore residenziale. Questo è al di sotto del livello del 2020, l’anno della pandemia (1,7 milioni di metri quadrati) ed è semplicemente inaudito dal … 2005 (1,2 milioni di metri quadrati).
Un altro dato che dipinge una situazione già buia del settore: a fine anno gli addetti ai lavori hanno lanciato l’allarme e indicato che la produzione di unità abitative potrebbe calare di quasi il 40% nel 2023, un calo di attività che mette a dura prova i rapporti tra datori di lavoro e dipendenti. Il potenziale di conflitto sociale è in aumento: i sindacati ora chiedono salari migliori e il rinnovo del contratto collettivo e lamentano il rallentamento dei datori di lavoro.
Nel mercato immobiliare la situazione sta vacillando: i tassi di interesse sono esplosi, le famiglie non possono più accedere agli immobili e i prezzi sono crollati nel secondo trimestre, ha riferito giovedì Home.lu.
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