Marzo 29, 2024

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Un ghiacciaio instabile è sotto stretta osservazione sul versante italiano

Via SudOuest.fr con AFP

Gli scienziati stanno monitorando da vicino un ghiacciaio instabile che si scioglie nella parte italiana del Monte Bianco, temendo che l’aumento delle temperature possa minacciare la valle sottostante.

Sul versante italiano del Monte Bianco, il ghiacciaio Planpinciux instabile e in fase di scioglimento è visto dagli scienziati come latte che brucia nel fuoco. Temono che l’aumento della temperatura possa mettere in pericolo la valle sottostante.

Qualificato come “moderato”, si sta già sciogliendo, mentre le calotte polari sono ancora congelate allo strato roccioso. Ciò significa che il ghiacciaio Planpincieux potrebbe scivolare più velocemente a causa dello strato d’acqua su cui si trova, che secondo gli esperti è molto pericoloso per la sottostante Val Ferret.

“Stiamo vivendo un significativo aumento della temperatura, che sta accelerando la formazione di uno strato d’acqua sotto il ghiacciaio”, ha spiegato Valerio Segor, direttore della gestione dei disastri naturali in Valle d’Aosta, nord-ovest dell’Italia.

Forte instabilità

In precedenza, il ghiacciaio Planpinciux, più spesso e meno fratturato, era in una posizione molto stabile, ricorda Palo Ferret, esperto di iceberg a Gormaur. Ma quando la temperatura aumenta a causa del cambiamento climatico, “si muove solo su una superficie liscia e diventa più instabile”.

Il ghiacciaio scivola lentamente ma inesorabilmente, fino a un metro e mezzo al giorno in casi estremi, mentre l’invisibile calotta polare Cherokee Vimber scivola da 2 a 20 miglia a un’altitudine di 4.000 metri. Centimetri ogni giorno.

A ottobre, 15.000 m³ di ghiaccio si sono staccati da Wimber dopo che le autorità hanno bloccato l’accesso ai percorsi sottostanti. I movimenti del ghiacciaio Planpincieux e oltre sono monitorati da vicino tramite radar e le autorità regionali hanno predisposto piani di emergenza basati su molteplici scenari.

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Lo scenario “estremo” immagina una nevicata di 800.000 m³ sul villaggio e sulle strade di accesso “ma non c’è alcuna garanzia che accadrà”, afferma Pavlo Ferret.