Maggio 2, 2024

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‘Povera piccola’: Amelie Nothombe ammette lo stupro di gruppo di cui è stata vittima quando aveva 12 anni

‘Povera piccola’: Amelie Nothombe ammette lo stupro di gruppo di cui è stata vittima quando aveva 12 anni

Pubblicato il 15 agosto 2023, “Psychopompe” rivela lo stupro di gruppo subito da Amelie Notombe in Bangladesh quando aveva 12 anni. “Ho messo molta della mia intimità in questo libro. Sento che mi sto mettendo in pericolo.”Lo conferma il romanziere belga all’AFP. Lo stupro è avvenuto da quattro uomini alla fine degli anni ’70 nell’Oceano Indiano al largo di Cox’s Bazar Beach, una spiaggia del Bangladesh dove lei andava a nuotare.

Lunedì mattina Amelie Nothumbe è tornata, attraverso il microfono di Lea Salameh, su questo trauma, al quale dedica due pagine del suo nuovo libro, sottolineando la dissociazione, un meccanismo di difesa psicologica comune a molte vittime di stupro. “Ero lì, ma non ero lì.” Ed è stata proprio la madre a riuscire a intimidire i suoi aggressori. “Pensavo davvero che stavo per morire, ma a trionfare è stato il terrore, ci ho messo un secolo a urlare, mia madre è venuta di corsa, cosa che li ha fatti scappare”.ha detto una volta alla rivista Elle.

“Non ho visto gli aggressori. Non sapevo quasi cosa stesse succedendo.”

Allora sua madre pronunciò queste parole: “Povera piccola”. Parole chiave, che possono “suonare sciocche”, per spezzare il tuo sonno ed esprimere il tuo dolore. “Se mia madre non avesse detto quelle due parole il silenzio sarebbe stato assoluto. Era un’altra epoca, erano gli anni Settanta…”L’autore racconta a Leah Salama.Non potevo crederci. E poiché non c’era nessun commento, nessuno, nessun seguito di alcun tipo, era molto probabile che avessi pensato di essere completamente delirante e di essermi inventato questo episodio totalmente sgradevole della mia vita. Grazie alle due parole di mia madre, sapevo che era già successo.

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Scrivere di questo dramma con Psychopompe è stata una sorta di terapia per Amelie Notombe. “Io ho Volevo dire il mio punto. Non ho visto gli aggressori. Quasi non sapevo cosa stesse succedendo. L’ho sentito, e ricordo bene quella sensazione, e conclude, Lacrime agli occhi e pianto nella voce. Non posso descrivere di più…”

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