Maggio 6, 2024

Laredazione.eu

Trova tutti gli ultimi articoli e guarda programmi TV, servizi e podcast relativi all'Italia

Il fallimento dell’ultimo film di “Indiana Jones” è un esempio della “profonda crisi” della Disney, secondo Hughes Days

Il fallimento dell’ultimo film di “Indiana Jones” è un esempio della “profonda crisi” della Disney, secondo Hughes Days

I giorni di Hughes Elenca diversi problemi che spiegano il lento declino della Disney. Lo abbiamo visto all’inizio del 2023 con oltre 7.000 licenziamenti, ma anche con il flop al botteghino di quest’estate.

Il primo riguarda il messaggio presentato dai recenti film del franchise. Come accade per quest’ultimo Missione impossibileoscurato anche dall’enorme successo del recente film “Barbenheimer”. indiana Jones Il tavolo è troppo da mettere sopra Nostalgia del passato. StrategiaNon conviene al pubblico giovane, che va al cinema soprattutto negli USACome può il pubblico giovane identificarsi con Indiana Jones, che è più vecchio, in pensione e un po’ amareggiato? Il personaggio femminile a lui associato in questo film, interpretato da Phoebe Waller-Ponte Porta sicuramente un po’ di sangue nuovo”.Ma nonostante tutto, il quinto film di Indiana Jones aveva una dimensione molto vintage James Mangold“.

Aggiungiamo il Problemi di economia di scala. “Dal momento in cui un film come questo costa 300 milioni di dollari, quando ci sono 100 milioni di dollari in marketing per realizzarlo, ciò inevitabilmente alza la soglia della redditività, che è sempre più difficile da raggiungere.“, sottolinea il critico cinematografico della RTBF. Malia, nonostante la qualità del film, indiana Jones Annoverato tra i flop estivi. Per poter camminare, ha dovuto raddoppiare le sue spese, ovvero incassare circa 800 milioni di dollari di entrate.

Infine, il”Crisi profonda“Ciò che definisce la Disney sopra ogni altra cosa identificazione : Il franchise creato da Walt Disney Ha perso il suo pubblico storico Senza sopraffare il suo nuovo pubblico di destinazione. “C’è un tale desiderio di essere al passo con i tempi, nell’era post-#MeToo, di preoccuparsi della diversità e della stravaganza (ne è testimone l’imminente remake di Biancaneve che ha fatto scorrere molto inchiostro, ndr), di rassicurare il pubblico che stanno predando le ombre. Ciò significa che il pubblico repubblicano, il tradizionale pubblico Disney, non lo capisce più per niente: è diventato un brand praticamente odiato dal pubblico WASP mentre il pubblico democratico, il fan generale dell’epoca, scopre comunque che Disney non lo capisce. Girare la levetta quanto basta nell’altra direzione“Spiega Hughes-Daez.

READ  A poco a poco Omar Si fa il suo nido... a Hollywood: ha appena recitato un grande ruolo