Maggio 6, 2024

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Uno studio suggerisce che la nascita di un supercontinente potrebbe rendere la Terra inabitabile e spazzare via l’umanità

Uno studio suggerisce che la nascita di un supercontinente potrebbe rendere la Terra inabitabile e spazzare via l’umanità

Uno studio pubblicato lunedì 25 settembre sulla rivista specializzata Nature Geoscience ha dimostrato che la formazione di un continente gigante potrebbe rendere la Terra inabitabile entro 250 milioni di anni, a causa delle temperature estreme e delle radiazioni solari.

Previsioni a lungo termine estremamente catastrofiche. Uno studio basato sul lavoro del Met Office del Regno Unito e di un supercomputer dell’Università di Bristol è stato pubblicato lunedì sulla rivista “Scienze naturali della terra», prevedeva la scomparsa degli animali e delle piante sulla Terra entro 250 milioni di anni.

L’emergere del supercontinente Pangea Ultima, a seguito della fusione degli attuali continenti in un lontano futuro, avrà un ruolo dannoso nell’evoluzione delle forme di vita sul pianeta entro centinaia di milioni di anni.

Calore, anidride carbonica e radiazioni nell’obiettivo della fotocamera

L’estinzione di massa prevista dalla simulazione sarà causata principalmente dallo stress termico derivante da tre fenomeni. Il primo è un’attività vulcanica più intensa, con il doppio del rilascio di anidride carbonica nell’atmosfera rispetto a oggi. Il secondo è l’aumento delle radiazioni emesse dal sole a causa dell’invecchiamento. Quest’ultimo è associato all’aumento delle temperature man mano che i deserti interni si estendono fino ai tropici.

Lo studio ha indicato che si prevede che le temperature estreme si intensificheranno in modo significativo sulla Terra intorno al periodo di Pangea Ultima, con più umidità lungo le coste e condizioni più aride nei deserti. Lunghi periodi di calore superiori a 40°C supereranno le soglie di tolleranza di molte forme di vita.

Le temperature potrebbero aumentare di 30 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali in alcuni paesi del mondo, equivalenti alle temperature registrate 260 milioni di anni fa, quando oltre il 90% delle specie furono spazzate via.

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Oltre agli effetti diretti del caldo, il collasso della vegetazione causerebbe seri problemi alle scorte di cibo. Lo studio ha evidenziato che la maggior parte delle piante sono esposte a stress a temperature superiori a 40 gradi Celsius e si decompongono completamente se esposte a una temperatura di 60 gradi Celsius per lunghi periodi.