Nella città uzbeka, che ha ospitato un vertice di quindici capi di stato “amici”, il presidente russo ha voluto dimostrare di non essere un solitario. Ma, dopo le sconfitte militari in Ucraina e i sospetti di crimini commessi dal suo esercito, si è trovata sotto pressione diplomatica da parte dei suoi alleati e partner.
Di Benjamin Quinnell e inviato speciale a Samarcanda
un Samarcanda, Vladimir Putin ha voluto dimostrare agli americani e agli europei che la Russia non è isolata. Nella storica città dell’Uzbekistan, che lo scorso fine settimana, nel cuore dell’Asia centrale, ha ospitato il vertice della Shanghai Cooperation Organization che ha riunito quindici capi di Stato, il presidente russo ha raddoppiato gli incontri, tra abbracci schietti e gelati. Sorrisi, tra geopolitica e controparti energetiche. Insieme al suo omologo e “amico” Xi Jinping, ha fornito un contrappeso all’influenza occidentale. Il ministro dell’Energia ha parlato della possibilità di reindirizzare verso i mercati europei 50 miliardi di metri cubi di gas verso la Cina, inizialmente previsti annualmente. Vladimir Putin ha parlato in modo simile al primo ministro indiano Narendra Modi AffareNew Delhi compra armi, petrolio e fertilizzanti a basso prezzo da Mosca.
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