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“I Figli”, Il malocchio di Gustav Müller – Liberazione

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“I Figli”, Il malocchio di Gustav Müller – Liberazione

eccitazione

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Mentre gli abusi aumentano, il nuovo thriller psicologico del regista danese-svedese si rivela sadico quanto il suo eroe, una crudele guardia carceraria interpretata da Sidis Babette Knudsen.

Eva (Sidse Babette Knudsen), una guardia carceraria cinquantenne, è come una madre per i detenuti della sua sezione. È lei che li sveglia, li porta alla scuola del carcere e insegna loro come usare la macchina del caffè. Ma non ci vuole molto perché questo microcosmo ben ordinato venga sconvolto da un elemento esterno: l’arrivo di un nuovo prigioniero, Mikkel (Sebastian Böll), sembra ricordare a Eva un passato intollerabile, tanto che lei inizia gradualmente a abusare della moglie. La capacità di uccidere un giovane.

Istituzione violenta

Mentre Cometa (2018), incentrato su un agente di polizia che risponde alle chiamate di emergenza, ponendo il suono al centro del suo semplice dispositivo, Bambini, nuovo film di Gustav Müller, esplora dapprima un disturbo legato allo sguardo: la malsana ossessione di Eva per Mikkel emerge per la prima volta durante una lunga sequenza di pedinamento, trasportando la guardia in un’unità di massima sicurezza dove verrà poi trasferita – all’interno della cella prenderanno il sopravvento gli spioncini e le telecamere di sorveglianza. Ma la relativa semplicità formale di Müller, che nel suo film precedente si era impegnato a rifocalizzare l’attenzione sull’ascolto, qui non riesce a esplorare il potenziale di tale voyeurismo perché

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