Aprile 23, 2024

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Nicola Lagioia, i Truman Cabot italiani

Nicola Lagioia, i Truman Cabot italiani

Marzo 2016. In un piccolo appartamento di via Igino Giordani a Roma viene commesso un raccapricciante omicidio: un giovane di nome Luca Varani viene brutalmente torturato da due uomini che non lo conoscono. Quali sono i moventi del delitto? Perché così crudele? I romani sono sotto shock. Soprattutto se gli assassini non sono assassini professionisti. Da un lato, Marco Prado è conosciuto nei circoli della vita notturna per la sua dipendenza da cocaina e per l’interesse per Dalida (che si sarebbe suicidato in carcere). Manuel Fofo, invece, è un giovane di buona famiglia, figlio di un rispettato imprenditore. Manuel ha incontrato Marco su WhatsApp. Quanto alla vittima, Marco sente solo che sta “spingendo” e si offre di unirsi a loro per divertirsi. C’è della coca nell’appartamento. Sesso e, presto, sangue.

Perché il romanziere Nicola Lagioa, nato a Bari nel 1973, ha colto questa tragica notizia? La verità è che inizialmente rifiutò l’offerta del Partito Repubblicano di insabbiare gli eventi. Ma dopo poche ore ha cambiato idea. L’autore de “La Feroz”, Premio Strega 2015, trascorrerà diversi anni indagando sulla furia sanguinaria che si è impadronita di due malviventi. Ricostruire la cronologia degli eventi. Nicola però non è romano di nascita: si è stabilito nella capitale italiana vent’anni fa, e per lui non si sono ancora aperte tutte le porte. Niente. Affascinato da crimini come Truman Capote che scrive “A sangue freddo”, incontra genitori, avvocati e investigatori. Amici come Marta Gaya, 22 anni, che frequentava la vittima da quando ne aveva 14.

Roma, concentrato di dolore, aggressività e delusione

È una storia simile a una ragnatela, ogni filo porta a una nuova rete, a nuovi personaggi secondari. Ma se il romanzo è affascinante, soprattutto dipinge un ritratto inaspettato di Roma. Una città aspra, desolata, un concentrato di dolore, aggressività e delusione. Non lontano dalla Fontana di Trevi e dal Foro Antico, popolare tra i turisti, questa è la città di tutti i possibili omicidi, perché i malavitosi ci vanno con i ricchi, e vanno a braccetto con i potenti di sinistra. Duemila anni fa Messalina, la diciassettenne moglie dell’imperatore Claudio, ricordava Lagioia. Abbandonò le sue vesti reali e andò a prostituirsi nei bassifondi ».

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Una città vivaDi Nicola Lagioia, dall’italiano di Laura Brignon, Flammarion, 510 p., 23 euro.