Aprile 18, 2024

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“L’industria non ha più bisogno di giornalisti specializzati”

“L’industria non ha più bisogno di giornalisti specializzati”

Le copertine e le pagine portanti di Garish non mancano mai di superlativi… l’esaltante flusso di immagini e parole nella stampa di videogiochi, che ha vissuto la sua età d’oro dagli anni ’80 fino ai primi anni 2000, evoca spesso nostalgia nei lettori del passato.

Negli ultimi anni ha attirato anche l’attenzione di esperti e ricercatori, come dimostra la pubblicazione di dicembre Leggi riviste di videogiochi. Copertura (copertura) della stampa francese specializzataco-curato da Salim Amouche, Alexis Blanchett, Bjorn Olaf Douzot e Mathieu Triclo (Presses universitaire de Liège, 2022) o Premi il pulsante di avvio. 40 anni di riviste di videogiochi in Francia (Omake Books, 2020), di Eve Brem e Boris Krewicki.

Per quest’ultimo, dottore in media e comunicazione presso il Game Lab dell’Università di Liegi (Belgio), analizzare gli archivi della stampa di videogiochi è un modo per comprendere le difficoltà attuali. sito specializzato di Gamecult Ha visto la partenza di quasi tutta la sua redazione dopo l’acquisizione da parte di Reworld Mediache la liquidazione giudiziaria del suo concorrente Blog di giochi Rilasciato nel gennaio 2022, o quel mese Canard BC Ha perso una mezza dozzina di piume negli ultimi sei mesi.

L’industria dei videogiochi può generare enormi entrate – $ 190 miliardi (€ 174 miliardi) stimati per il 2022 – ma i media di nicchia stanno lottando per sopravvivere. perché ?

Boris Krewicki: Attualmente questo settore non ha più bisogno della presenza della stampa e dei giornalisti specializzati. Negli anni ’90 c’era una sorta di sinergia: migliore era il videogioco, più ne avrebbe beneficiato la stampa. Non è più così, poiché l’industria ora conduce le proprie comunicazioni direttamente su Internet. I giornalisti professionisti si trovano quindi nella stessa posizione di uno spettatore occasionale, che commenta conferenze in diretta o video promozionali. La maggior parte degli editori lo fa ora, con State of Play di Sony, Nintendo Direct e così via.

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La proliferazione dei canali ha modificato la domanda?

Stiamo assistendo alla nascita di siti web super specializzati. Coloro che li frequentano sono giocatori per lo più fan di un singolo titolo, serie o sistema di eSport. Per seguire le loro notizie, non consulteranno il sito di Gamecult o riviste mensili come Canard BC o JV. Così, la stampa ei siti incontrano una sorta di paradosso: anche nella nicchia dei “videogiochi” sembrano quasi universali.

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