Aprile 20, 2024

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Coronavirus: dobbiamo temere l’arrivo della variante XBB 1.5?

Coronavirus: dobbiamo temere l’arrivo della variante XBB 1.5?

Secondo le spiegazioni dei nostri colleghi di La Voix du Nord, potrebbe trattarsi di XBB 1.5. Riuscì a contaminare più facilmente una popolazione già immunizzata.

ct è una sottovariante di omicron, che a sua volta è apparsa un anno prima e che ha dato origine a diverse centinaia di sottospecie. “X” denota ricombinante, cioè assemblaggio di due varianti omicron che già esistono, in questo caso, qui BJ.1 e BM.1.1.1, mostra Voce del Nord.

Sui social, alcuni lo hanno soprannominato il Kraken, dal nome di un mostro marino della mitologia norrena, perché descritto come altamente contagioso e resistente alle nostre stesse difese anticorpali sviluppate dai vaccini o dopo la contaminazione.

Dove si trova?

Questa variante è in procinto di superare la variante BQ.1.1 negli Stati Uniti, che era la maggioranza durante la nona ondata, secondo i dati del Center for Disease Control and Prevention (CDC). È in Francia e forse in Belgio, ma per ora non in modo preoccupante: al 2 gennaio, solo 15 casi di XBB.1.5 sono stati identificati mediante sequenziamento in Francia, osserva Etienne Simon Laurier, capo dell’unità Genome Evolution of RNA Viruses all’Istituto Pasteur.

In Cina, dove il coronavirus sta divampando, c’è un’altra variante, BF 7 che rappresenta la maggioranza.


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Dovremmo preoccuparci?

Difficile saperlo al momento. Per Mircea Sofonea, epidemiologo dell’Università di Montpellier, XBB.1.5 “potrebbe essere in grado di infettare più facilmente le persone che hanno già l’immunità, e quindi coloro che sono già stati infettati o che sono stati vaccinati”. I ricoveri per Covid negli ospedali hanno ricominciato a salire più di un mese fa negli Stati Uniti. Al contrario, per Etienne Simon Laurier, i primi dati su questo sottotipo sono al momento rassicuranti e indicano che non provoca forme più gravi rispetto ad altri ceppi di omicron.

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“Le proiezioni per il futuro sono impossibili, soprattutto perché tutto dipenderà dall”immunità incrociata’, da parte di una popolazione informata sulla vaccinazione e sul comportamento dei cittadini”, spiega Samuel Alizon. Non è ancora chiaro “quanto sia probabile che una persona infettata da BQ.1.1 nelle ultime settimane svilupperà, ad esempio, una variante della sottofamiglia XBB nei prossimi mesi”. Nel frattempo, ricordiamolo, vale la pena aggiornare la propria vaccinazione: la quarta dose del vaccino anti Covid è aperta a tutti ed è ancora la migliore protezione contro forme pericolose della malattia.


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