Dopo lo stato d’agitazione è cominciato dallo scorso 10 febbraio il presidio permanente all’interno della struttura e anche ai cancelli di via Massimo Marghieri, alla frazione Rotolo-Casaburi, dei 60 dipendenti per ribadire il loro malcontento, in attesa di risposta dai vertici aziendali.
«È stato estremamente deludente subire, di punto in bianco, tale imposizione che stride fortemente con il nostro sentire – commentano sui social i dipendenti tramite i loro rappresentanti sindacali –. Ci illudevamo di appartenere ad una comunità fondata sul rispetto, l’ascolto reciproco ed il riconoscimento della dignità del lavoro e dei lavoratori, valori che consideriamo imprescindibili e che ci guidano eticamente e moralmente anche nello svolgimento del lavoro quotidiano e nel rapporto con i bambini e le loro famiglie».